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La lettera di Salvatore Meloni

Salvatore Meloni, Pandela del 2006, è tra i cavalieri che quest'anno non hanno corso l'Ardia. Nella sua lettera aperta, espone le ragioni che quest'anno lo hanno spinto a non partecipare.


Finita l'Ardia, a mente fresca, penso che sarebbe sbagliato far finta di niente e archiviare i malumori dicendosi che tutto è andato bene.

Voglio iniziare io con questa lettera, a chiarire alcuni punti. Sono un cavaliere dell'Ardia, un appassionato ma prima di tutto un fedele. Sono cresciuto con la fede e la devozione per San Costantino attorno a me, venerando il Santo e onorando la Sua festa. I miei genitori, mio padre cavaliere dell'Ardia e mia madre, donna di grande fede, mi hanno insegnato a rispettare quei valori, quei sentimenti e quelle regole non scritte che fanno parte dell'Ardia di San Costantino, quelli che non si dicono ma si sentono! Quelli che un sedilese ha nel sangue.

Oggi  ho 38 anni e più che mai dentro di me, questi sentimenti sono forti e ben radicati.

È per onorare questa grande fede che sono convinto sia necessario fare chiarezza su quello che è successo negli ultimi mesi; ed è per lo stesso motivo, che non posso accettare che tutto si riduca a certe affermazioni che sminuiscono e ridicolizzano i grandi malumori e le fratture che si sono create tra i sedilesi e che hanno incendiato gli animi.

Di tutto il polverone che abbiamo sollevato (nessuno escluso, tutti abbiamo la nostra parte di responsabilità) penso sia doveroso avere dei chiarimenti da parte di chi ci avrebbe dovuto tutelare, da chi ci ha paventato una normativa del tutto ridicola nel contesto dell'ardia e che alla fine non è neanche stata rispettata appieno. Non sono d'accordo con qualche affermazione sentita al tg con la quale si vorrebbe smontare tutta la questione riducendola ad  un semplice controllo veterinario; non è così, lo sappiamo bene noi cavalieri e lo sanno bene anche le altre parti. Lo sappiamo bene che da più di un mese si parlava di iscrizione, e ne è la prova la dichiarazione del nostro parroco che prometteva di utilizzare proprio l'iscrizione all'ardia come elemento discriminante per l’assegnazione delle pandele nei prossimi anni.

Dal mio punto di vista, la chiarezza è sempre stata poca, e più che coinvolcerci – noi cavalieri - si è cercato di tenerci a bada. Come che davvero non fossimo soggetti pensanti e capaci di raziocinio.
 
Ho sentito che molti si chiedono cosa pretendano i cavalieri... Bene, i cavalieri non pretendono nulla se non l'onestà da parte di tutti e qualche tentativo di manipolazione e presa in giro in meno.

In virtù di quali principi si è deciso di valutare i cavalli in un galoppatoio? Non era forse meglio controllarli sul percorso, come  fanno da altre parti, per esempio a Siena? Si è tanto parlato di sicurezza, si sono esasperati gli animi ma in buona sostanza poco o nulla si è davvero fatto. E se la cosa si limitava ad un semplice controllo sanitario, come è stato detto in un secondo momento, chi aveva il cavallo già a posto perché doveva ripetere gli esami?

Altro nodo da sciogliere, l'assicurazione. Ai cavalieri, non interessa l'assicurazione per loro stessi e per i cavalli, chi corre l'Ardia sa bene che rischi incontra e alle spese o perdite a cui potrebbe dover far fronte se qualcosa dovesse andare male; quello che premeva a noi era avere la certezza di un'assicurazione nei confronti di terzi. Ma anche qui poca trasparenza da parte dell’associazione e dell’amministrazione comunale, al punto che ancora oggi molti di noi, compreso qualcuno che ha partecipato, non sa se e che tipo di contratto è stato stipulato. Questo aspetto è fondamentale e sono convinto che bisognerebbe risolverlo con un buon anticipo rispetto alla festa.

Non posso tralasciare il discorso del regolamento legato all'assicurazione e il famoso articolo 11 che anche il presidente ha menzionato in un' intervista di un giornale locale ai primi di Luglio. Quel regolamento è stato redato dall'associazione e non è stato diffuso nel modo opportuno tra i cavalieri che AVREBBERO DOVUTO OSSERVARLO!!! Come si fa ad osservare delle regole se non le si conosce??? Non solo, l'Ardia è di tutti e quel regolamento doveva essere, almeno, reso noto a tutta la popolazione.
 
Qualche sedilese, troppi secondo me, ci ha definito IGNORANTI, COGLIONI E UBRIACONI. Beh, può essere che non abbiamo le loro lauree e che ci piaccia bere birra ma non siamo stupidi e non ci facciamo prendere per i fondelli da nessuno. E ancora, i cavalieri che non hanno partecipato alla corsa quest'anno, sono stati accusati di NON  aver voluto rispettare la legge, ma in tutta sincerità, chi non ha partecipato non ha infranto nessuna normativa, d'altronde non è obbligatorio partecipare all'Ardia. Esiste ancora il libero arbitrio per fortuna, noi abbiamo scelto di rinunciare e in questo senso, ripeto, non abbiamo infranto nessuna regola. Il 28 giugno nella riunione dei cavalieri con associazione, sindaco e parroco, siamo stati invitati più volte a rispettare la normativa, ma è proprio perché non l’abbiamo compresa appieno che abbiamo deciso di non rischiare!

Tornando alle motivazioni di questa lettera, e per chiudere, ribadisco che secondo me, non è ignorando i malumori e facendo finta di niente che l’anno prossimo andrà meglio, ma bisogna partire proprio sciogliendo divergenze e contraddizioni. Bisognerebbe procedere con quanta più serenità possibile, certo, chiarendo questi punti, confrontandoci e senza prevaricazioni. Ma soprattutto, è necessario che da parte di tutti ci sia molta più trasparenza e onestà.

Salvatore Meloni

[11 luglio 2010]

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