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Tradizione, storia e leggenda dell'Ardia

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L'Ardia di San Costantino è una delle sagre più importanti della Sardegna e si svolge nell'omonimo Santuario a pochi passi dall'abitato di Sedilo la sera del 6 luglio e l'indomani alle prime luci dell'alba. Tra due ali di folla, i cavalieri sedilesi, sfidano il pericolo sempre in agguato, dall'inizio fino al termine della corsa, che la rende affascinante e coinvolgente.

S'Ardia inizia con la consegna, di fronte alla casa parrocchiale, di "Sas pandelas" (i vessilli) e de "Sas iscortas" (le scorte); queste ultime non sono altro che dei robusti vessilli rossi che vengono utilizzate dalle scorte per proteggere "Sas pandelas" dai tentativi di sorpasso da parte degli altri cavalieri. Le quattro scorte come le due "Pandeleddas" sono nominate dal capocorsa chiamato "Sa pandela madzore" in base a rapporti di amicizia, di parentela e sopratutto in base all'abilità dei cavalieri.

Una volta terminata la consegna, il corteo di cavalli, accompagnato dal sindaco e dal parroco (anch'essi a cavallo) ed assieme ai fucilieri che hanno il compito di sottolineare i momenti salienti dell'Ardia, percorrono la via principale del paese per arrivare fino alla prima tappa, rappresentata dall'incrocio con la stradina che conduce al Santuario, da cui lo si può scorgere in lontananza, questo luogo viene chiamato "Su fronte mannu" dove è eretta una croce in pietra e recentemente è stata innalzata una statua in onore del Santo.

Dopo un momento di preghiera sottolineato dai colpi a salve esplosi dai fucilieri, la processione prosegue per la stradina in discesa che porterà i protagonisti nel luogo più sacro ai sedilesi. La tensione si fa alta all'arrivo del corteo di cavalli e fucilieri su una collina scoscesa in prossimità del santuario chiamato "Su frontigheddu", da qui inizia il lavoro delle scorte che hanno il compito di tenere a debita distanza i cavalieri dal capocorsa e dalle altre due "Pandelas"; ora è il turno del sindaco e del parroco che scendono da questa ripida collina per entrare nel santuario al fine di raggiungere la chiesa. Da questo momento la tensione è al massimo: i cavalieri cercano di forzare "lo sbarramento" creato dalle scorte ed avvicinarsi il più possibile ai tre alfieri mentre il capocorsa cerca il momento più propizio per dare inizio a sorpresa alla sfrenata corsa. Un momento di distrazione generale ed ecco scendere i tre cavalieri che devono affrontare alla fine dell'impervia discesa una stretta curva al termine della quale c'è l'arco di Costantino che segna l'ingresso al santuario; questo punto è molto pericoloso perchè permette il passaggio di pochi cavalli per volta.

Passato l'arco ad attendere i cavalli ed i cavalieri c'è la ripida salita che conduce alla Chiesa dietro la quale si osserva un momento di raccoglimento per pregare, dopo di che si da inizio ai giri intorno alla chiesa. Il numero dei giri è sette tuttavia, per il fattore sorpresa che caratterizza l'Ardia, la "Pandela madzore" può decidere di fare qualche giro in meno e buttarsi al galoppo lungo una ripida discesa affrontando una pericolosissima curva di 90 gradi per raggiungere "Sa muredda (recinto in pietra) al centro della quale è fissata una croce. Anche qui, dopo un momento di preghiera vengono compiuti tre giri in senso orario ed uno in senso inverso per poi rifare lo stesso tragitto e raggiungere di nuovo la chiesa e terminare così la corsa che si ripeterà all'alba dell'indomani.

Alcuni danno un'interpretazione di questa corsa come un atto religioso dovuto all'imperatore Costantino magno per commemorare la sua vittoria sul ponte Milvio contro Massenzio e l'editto del 313 d.C. che diede libertà di culto ai cristiani. D'altra parte può essere avanzata un' ipotesi sull'origine della corsa molto più antica rispetto al tempo in cui visse l'imperatore Costantino, la quale avrebbe avuto origine nel periodo nuragico e successivamente con la cristianizzazione della Sardegna venne cristianizzato anche questo antico rito pagano.

La chiesa attorno alla quale si svolge l'Ardia risale al 1789 ed è composta da una navata centrale con un ingresso principale e due laterali , di fronte ad essa vi è un terrapieno che viene chiamato "Su forte". La caratteristica principale che colpisce chiunque vi entri sono l'infinità di ex-voto affissi alle pareti che i fedeli hanno donato al Santo per le grazie ricevute.

Accanto alla chiesa è stata rinvenuta traccia di pavimentazione che probabilmente apparterrebbe ad una antica chiesetta in onore della Madonna chiamata "Sa Madonna 'e Nordai" che prende il nome dalla zona in cui il santuario è ubicato, cioè "Nordai", dove non molto lontano in periodo medievale sorgeva l'antico villaggio di "Busurtei". A sinistra lungo la salita verso la chiesa come anche tra i due archi ,"Su portale 'e linna" (portone di legno) dove entrano i cavalli e l'altro "Su portale 'e ferru" (portone in ferro), ci sono dei loggiati chiamati "Sas lozzas". Alle spalle della chiesa ci sono delle piccole casette "Sos muristenes" per l'alloggio dei pellegrini che ancora, da Bono (SS), arrivano a piedi la notte del 4 luglio.

A valle del santuario c'è una fontana la cui acqua, sgorgante da un antico pozzo sottostante la chiesa, arriva ad essa attraverso condutture sotterranee. Davanti ai loggiati trovano posto le bancarelle che vendono dolci tipici, prodotti artigianali, libri di poesie in lingua sarda, giocatoli e quelle che permettono di assaporare arrosti di carne e di pesce i cui profumi, assieme alle note dei balli folcloristici, avvolgono il santuario in questi giorni di festa.