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Cesare Zonchello

Immagine rappresentativa per: Cesare Zonchello

La biografia di Cesare Zonchello.

Cesare Zonchello nacque a Sedilo il 13 ottobre 1876, membro di una ricca famiglia del paese si laureò in medicina all'Università degli studi di Cagliari.
Lasciò il suo paese natale per recarsi a Camaran, un villaggio nel gruppo delle isole Pharsan, presso le coste dello Yemen nel Mar Rosso per compiere ricerche sulle malattie infettive. In questi luoghi vengono i medici ed i missionari, gli ingegneri e le suore di carità per combattere le più orribili fiere: l'ignoranza, il sudiciume, la miseria, il vaiolo, il colera, la peste. A Camaran, oltre alla scarsa popolazione stabile, v'è quella di passaggio cioè tutti i pellegrini che dall'Africa e dall'Asia vanno alla Mecca, dove è la tomba di Maometto il profeta, per il quale tanto grande è la devozione dei musulmani. Ogni tanto ad epoche fisse, approdano a Camaran da 40 a 50 piroscafi stracarichi di pellegrini che vanno o ritornano dalla Mecca: il passaggio dura sei mesi. Qui vi sono dei lazzaretti istituiti e mantenuti dalle potenze europee. A Camaran come a Djeddàh le fiumane di devoti, tanto all'andata che al ritorno, devono sostare e farsi visitare; partire poi se sono immuni, restare se malati o sospetti. E` l'unico modo per tenere lontano dai paesi civili d'Europa il flagello del colera e quello più spaventoso della peste. Cesare Zonchello divenne il direttore di uno di questi lazzaretti e precisamente quello di Abou-Saad (Djeddàh).

Egli era di abitudini semplici, di tempra ferrea, poteva lavorare ore ed ore, con dei calori soffocanti, di giorno e di notte, senza alcun refrigerio e senza alcuna comodità. E riposarsi degli studi tediosi e pericolosi di laboratorio, delle cacce ai topi infetti di peste, delle culture di bacilli micidiali; studiava il tedesco, rileggeva Dante e poiché aveva una memoria singolarissima, ne recitava i canti, a conforto dei pochi europei che gli si riunivano intorno e diceva i forti carmi del Carducci, e le gaie poesie del Pascarella.

Sperava, con ogni diritto, di farsi un nome illustre, e tornare in Italia a lavorare più quietamente dopo gli anni di abnegazione e sacrificio. Nel 1907 un ingegnere italiano, che si trovava anch'egli a Camaran per difficili e pericolosi lavori, fu colto dalle febbri terribili di quei paesi. Il male fece così rapidi progressi che in breve il malato fu prostrato e moribondo. Il dottor Zonchello volle salvare l'amico a tutti i costi, toglierlo a quel clima micidiale e riportarlo in Italia. E lo trasportò in un sambuco a vela, per trentasei lunghe ore di viaggio, con un mare agitatissimo, fino a Hodeida. Il viaggio fu anche più lungo perché gli indiani che conducevano la piccola imbarcazione non volevano assolutamente veleggiare di notte perché non c'era luna. Cesare Zonchello soffriva terribilmente il mare, ed era sfinito anche lui; pure la sua mano pietosa ogni tanto si stendeva ad inumidire le labbra del malato con un poco d'acqua, ad aiutarlo e confortarlo. Fu un viaggio ben triste, giunti a Hodeida, in miglior clima, continuò infaticato, la cura finché poté mandare a Napoli l'amico risanato. Egli tornò a Camaran, nell'orribile lazzaretto da dove ben pochi sono quelli che escono vivi. Ogni tanto il dottor Zonchello tornava in Italia.

Nel 1909 venne a Cagliari per due mesi continuando a fare ricerche e studi sul colera, per poi ripartire verso Djeddàh, pronto per la nuova campagna. Perché là si chiamano campagne i passaggi dei pellegrini. Sulla fine del 1909, un po' scorato, un po' stanco, si mostrava vivamente desideroso di rivedere l'Italia e di non ripartire mai più dalla Patria. Ma la peste, che aveva per tanti anni risparmiato questo coraggioso, lo assalì inesorabilmente, e lo spense il 10 aprile 1910 a trentatré anni, in una terra selvaggia fra sabbia, mare e cielo di fuoco - lontano dalla Patria - vera sentinella perduta, messa a difesa della civiltà e della umanità contro i più terribili flagelli che possono devastare la terra.

Immagine rappresentativa

Sopra. La statua, realizzata dalla scultrice Edi Sanna, è stata posta in ricordo di Cesare Zonchello dalla Pro-loco di Sedilo il 27.09.2008, giorno in cui si tenne un convegno in suo onore.

Di seguito viene riportato l'epitaffio presente nell'ospedale di Nuoro a lui intitolato:

CESARE ZONCHELLO

"Scienziato igienista di audace ingegno
allo studio dei grandi morbi epidemici
alla assistenza delle genti islamiche
pellegrinanti verso La Mecca
nel suo ospedale di Djeddàh sul Mar Rosso
la vita austera di promesse fulgida
per fatale contagio di Peste
nobilmente immolava.
Il grande esempio di virtù civile
di umana solidarietà coi sofferenti
di ogni terra di ogni fede
la Sardegna risorgente a Libertà
non immemore degli eroici figli
vuole eternato
in questo ospizio di fraterno amore."

Sedilo, 13 VII 1876 Lazzareto di Abu Saud "Djeddàh" 7 IV 1910

Nuoro 19 XII 1948